Vittime da Covid 19
La prima giornata dedicata alle vittime del Covid-19 segna l’importanza e il peso di ciò che stiamo vivendo.
Un intero anno passato nella speranza che tutto si dissolvesse magicamente in una bolla, ma questo non è ancora accaduto.
“Ce la faremo!” è stato per lungo tempo il mantra che ci siamo ripetuti come se potesse proteggerci da ciò che naturalmente non riuscivamo a vedere. Una frase “magica” che avrebbe così dovuto infondere in noi la speranza della lesta fine di un incubo.
Tutti ricordiamo le famose dirette dell’ormai ex premier Conte. Era il 04 Marzo 2020 e stavamo imparando tutti (qualcuno per la prima volta) l’acronimo DPCM con la prima diretta di una lunga serie. Imparavamo come lavarsi correttamente le mani, che le distanze ci avrebbero aiutato e che improvvisamente un frammento di tessuto sarebbe stato la nostra unica barriera. Fino a quel momento lo avevamo visto solamente in volto ai dentisti che ci curavano il sorriso, ai chirurghi o al muratore che si doveva proteggere dalla polvere. Mai avremmo pensato che sarebbe diventato il nostro “mai più senza“. Un vero articolo di tendenza del nostro outfit.
La vera rivelazione però fu che l’oro era stato rapidamente soppiantato da un altro “materiale prezioso”: il lievito.
Oggi lo ricordiamo con una nota ironica, ma al tempo (era solo un anno fa) non c’era così tanto da ridere. Era introvabile. Una vera rarità.
Personalmente ricordiamo tutti i dolci, il pane e le torte che abbiamo imparato a cucinare (e bruciare). Un popolo di panificatori.
La prima diretta SOCIAL
20 Marzo 2020 ore 11. Il conteggio dei contagi e (purtroppo) delle vittime da Covid-19 saliva vertiginosamente e insieme ad esso la confusione data dal linguaggio burocratico incomprensibile. “Posso andare all’Esselunga?”. Tutte le radio si erano unite a quei balconi che risuonavano di musica e slogan di forza: “LA RADIO PER L’ITALIA” (clicca e guarda il video promo). 3 canzoni dallo spirito italiano precedute dall’inno patriottico nazionale. Un patto invisibile e non scritto che ci impegnava ufficialmente a non lasciarvi più soli nel dubbio e nello sconforto.
Insieme alle amministrazioni comunali del nostro territorio sono nate le “interviste ai Sindaci”. La prima (25 Marzo 2020) insieme al Sindaco di Bollate Francesco Vassallo ha raccolto più di 80 domande. La terza (01 Maggio 2020) ne ha presentate circa 650. Sintomo che le persone erano in cerca di quelle risposte che nessuno era in grado di interpretare (le FAQ). Troppi consigli e poche direttive.
La necessità di un’informazione più locale e semplice era diventato l’obiettivo primario della nostra redazione.
Vogliamo qui ringraziare tutte le amministrazioni che hanno accettato la collaborazione (Bollate, Arese, Novate, Paderno Dugnano, Senago e Lainate) aiutando i propri cittadini a vedere oltre il buio che ci avvolgeva. Stimolando e supportando (creando a volte) iniziative in soccorso di chi si trovava in difficoltà. Uno su tutti ricordiamo il servizio di ascolto attivato dalla Croce Rossa Italiana di Garbagnate o il “Carrello Solidale” ideato da Caritas insieme agli esercizi commerciali, associazioni e istituzioni del territorio comunale.
L’unica cosa che potremo ricordare con un velo di ironia di quel periodo è che il 13 Aprile 2020 è stato un giorno di sole, con giusto un velo di nuvole per ricordare che si trattava comunque del giorno di Pasquetta.
MALEDETTA ESTATE
Nel 1981 Loretta Goggi cantava il brano “Maledetta Primavera“, ma il 2020 ha maledetto anche l’estate. Con il suo caldo ha dato il via libera alla falsa credenza che finalmente fossimo usciti da quel terribile incubo durato quasi 6 mesi. Che ci saremmo lasciati alle spalle la D.A.D., che saremmo tornati ad abbracciarci per strada e che per le riunioni avremmo dovuto indossare nuovamente i pantaloni buoni e (ahimé) non quelli del pigiama.
“APRI TUTTO!” direbbe Duccio Patanè, personaggio della serie “Boris” interpretato da Nini Bruschetta. In tutta la quarantena ci ha tenuto compagnia in streaming insieme a tanti big del cinema e del teatro italiano.
Con nuove misure di sicurezza siamo tornati nei cinema, ad allenarci in qualche palestra e siamo andati finalmente anche in vacanza.
Il Sole. Il Mare. I Congiunti.
Purtroppo in ferie ci siamo andati solo noi a quanto pare.
Ottobre 2020 era lì pronto come un aguzzino a chiedere gli interessi. Poco per volta, ma a caro prezzo.
Giù di nuovo. Chiudi tutto! Ancora.
Apri, Chiudi, Apri, Chiudi, Socchiudi e Chiudi ancora.
Resistiamo.
“Ce la faremo” diventa sempre più complicato crederlo. Le vittime del Covid-19 diventano sempre di più. Come le sue varianti. Addirittura la “famosa” variante inglese raggiunge la nostra Città.
“Bollate is the new Codogno“, ma un po’ più a Nord-Ovest. Ma non è come allora. Come un anno fa.
No, un anno fa tutte queste vittime non c’erano.
Ma c’è chi come il personale sanitario non ha mai smesso di sacrificarsi. C’è chi ha deciso di non mollare nemmeno davanti al buio. Imprese, lavoratori autonomi, dipendenti, studenti, laureandi in tonaca e pantofole che solo questo anno potevano far diventare realtà, volontari e disoccupati.
Oggi ricordiamo tutte queste vittime che il Covid-19 ci ha rubato cercando un sorriso difficile da fare. Amaro perché segnato da tanta tristezza, ma necessario perché è l’unica cosa che ci possa far stare meglio.
Se dovessimo invece scrivere e ricordare seriamente, forse qualche schiaffo ce lo meriteremmo un po’ tutti.
Con le mani correttamente igienizzate perché tanto i guanti non si usano più.
Una cronaca leggera (a tratti ironica) ma piena di significato, per onorare al meglio le vittime di questo maledetto virus.
#resistiamo
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